[Breve discussione]
Contestualmente al ricordo della buona musica dei tempi antichi – e in opposizione all’epoca di imbarbarimento in cui scrive –, Ateneo cita Aristosseno, il quale a sua volta, nel IV secolo, ricordava con nostalgia la buona musica antica. Sia Ateneo che la sua fonte lamentano una musica che mira alla popolarità delle folle e non più all’elevazione etico-morale. L’aggettivo πάνδημος in associazione a μουσική assume in questo senso il significato di “volgare” e “inferiore”. Viene da pensare alla definizione di «musica popolare e mercenaria» in [Plut]. De mus. 1135c: Κρέξος δὲ καὶ Τιμόθεος καὶ Φιλόξενος καὶ οἱ κατὰ ταύτην ἡλικίαν γεγονότες ποιηταὶ φορτικώτεροι καὶ φιλόκαινοι γεγόνασι, τὸ φιλάνθρωπον καὶ θεματικὸν νῦν ὀνομαζόμενον διώξαντες («Cresso, Timoteo, Filosseno e i compositori loro contemporanei, invece, aprirono le porte alla volgarità e al desiderio del nuovo a tutti i costi, perseguendo lo stile ora chiamato “popolare” e “mercenario”» trad. di R. Ballerio). Cf. Plat. Leg. 700a-e, [Plut]. De mus. 1136b. Intimamente legato al concetto di πάνδημος μουσική è quello di θεατροκρατία, per il quale si rimanda alla relativa scheda.
[Bibliografia]
A. BARKER (ed. and tr.), Greek Musical Writings, Vol. I: The Musician and His Art, Cambridge 1984, 218 con n. 95; A. VISCONTI, Aristosseno di Taranto: biografia e formazione spirituale, Naples 1999, 144-151; E. CSAPO, ‘The Politics of the New Music’, in P. MURRAY – P. WILSON (edd.), Music and the Muses: The Culture of Mousike in the Classical Athenian City, Oxford 2004, 237.
[Parole chiave]
decadimento musicale, musica “volgare”
[Francesco Buè]