[Breve discussione]
Il composto, riferito ai μουσοπόλοι, fa riferimento a quei poeti («che ciarlano a vanvera» per l’appunto) i quali diffusero, secondo Teleste, la φάμα del rigetto dell’αὐλός da parte di Atena. L’intero passo (fr. 805abc) è al contempo una strenua difesa dello strumento proprio del ditirambo e una critica all’indirizzo di taluni poeti della Nuova Musica (probabilmente Melanippide). Il composto risalta la vacuità (vd. μάταιος e Beekes, EDG, s. v. μάτη) del λόγος di quei poeti che puntano più sulle emozioni e sul piacere dei sensi che sul significato del testo. Teleste in questo caso si discosta da una piena adesione alla corrente della Nuova Musica.
[Bibliografia]
F. BERLINZANI, ‘Teleste di Selinunte il Ditirambografo’, Aristonothos 2, 2008, 109-140, in particolare pp. 121-123 con n. 50.
[Parole chiave]
Poesia vacua, piacere e musica
[Francesco Buè]