[Lemma] ματαιολόγος, -ον

[Traduzione] «che ciarla a vanvera»

[Fonte] Ath. 14, 616f-617a

[Altre occorrenze] NT (Ti. 1, 10)

[Edizione di riferimento] Telest. fr. 805 PMGb.1

[Breve discussione]

Il composto, riferito ai μουσοπόλοι, fa riferimento a quei poeti («che ciarlano a vanvera» per l’appunto) i quali diffusero, secondo Teleste, la φάμα del rigetto dell’αὐλός da parte di Atena. L’intero passo (fr. 805abc) è al contempo una strenua difesa dello strumento proprio del ditirambo e una critica all’indirizzo di taluni poeti della Nuova Musica (probabilmente Melanippide). Il composto risalta la vacuità (vd. μάταιος e Beekes, EDG, s. v. μάτη) del λόγος di quei poeti che puntano più sulle emozioni e sul piacere dei sensi che sul significato del testo. Teleste in questo caso si discosta da una piena adesione alla corrente della Nuova Musica.

[Bibliografia]

F. BERLINZANI, ‘Teleste di Selinunte il Ditirambografo’, Aristonothos 2, 2008, 109-140, in particolare pp. 121-123 con n. 50.

[Parole chiave]

Poesia vacua, piacere e musica

[Francesco Buè]