[Testo]
Ἔπειτα παραλαβὼν τοὺς χορηγούς, τοὺς ἐνηνεγμένους ὑπὸ τῶν φυλῶν εἰς Διονύσια ἀνδράσιν καὶ παισὶν καὶ κωμῳδοῖς, καὶ εἰς Θαργήλια ἀνδράσιν καὶ παισίν (εἰσὶ δ’οἱ μὲν εἰς Διονύσια κατὰ φυλάς, εἰς Θαργήλια <δὲ> δυεῖν φυλαῖν εἷς· παρέχει δ’ἐν μ[έρ]ει ἑκατέρα τῶν φυλῶν).
[Traduzione]
Poi, ricevuti i coreghi presentati dalle tribù, per i cori maschili, di fanciulli e per le commedie alle Dionisie, per i cori di uomini e di fanciulli alle Targelie – per le Dionisie ce n’è uno per tribù, per le Targelie uno ogni due tribù: ogni tribù li fornisce a turno. (trad. G. Lozza)
[Commento]
La seconda parte dell’Athenaion Politeia (cc. 42-69) descrive il funzionamento della costituzione ateniese, con particolare attenzione al sistema giudiziario; nello specifico, il c. 56 considera gli incarichi che competono alla figura dell’arconte (ved. scheda e commento ad Ath. Pol. 56, 5). Se dal De choreuta di Antifonte apprendiamo che almeno fino al 419 (o al 412) a.C. la nomina dei coreghi era di competenza dell’arconte eponimo (cfr. Rhodes 1981, 624; Wilson 2000, 52), il passo sopra citato mostra chiaramente come, nel IV secolo — più precisamente a partire dal 348/347 a.C., data a cui risale la prima attestazione di questa nuova prassi nel Contra Boeotum di Demostene — tale procedura subì un’importante trasformazione. La responsabilità della selezione dei coreghi per le gare corali delle Dionisie e delle Targelie passò infatti alle tribù (cfr. Csapo-Slater 1995, 143), che provvedevano a individuarli e poi a presentarli all’arconte per la sola nomina formale. Tra le due feste emerge, però, una differenza sostanziale: nelle Dionisie è prevista la nomina di un corego da parte di ogni tribù, nelle Targelie uno ogni due, cosicché ciascuna li fornisce a turno. L’evidente vaghezza del testo in merito alla presenza di un corego ogni due tribù per le Targelie ha generato nel corso degli anni diverse interpretazioni. Tra queste l’ipotesi più accreditata fa intendere che ogni coppia di tribù fornisca due coreghi per edizione dell’agone, una quello per i παῖδες, l’altra per gli ἄνδρες, invertendosi poi l’anno dopo (vd. Amandry, 166, n. 4). Di conseguenza entrambe le tribù delle cinque coppie (risultanti dall’abbinamento delle dieci tribù complessive) gareggiano annualmente sia per la categoria degli uomini, sia per quella dei fanciulli. In totale partecipano ogni anno all’agone dieci cori, cinque per categoria, rispetto ai venti (dieci per categoria) delle Dionisie. Questa interpretazione spiegherebbe anche il fatto che ad un certo punto si rese necessario sostituire l’abbinamento per sorteggio con la combinazione fissa di tribù, ed è facile ipotizzare che questa modifica sia stata applicata tra la fine del V e la prima metà del IV a.C.: il corego che nel 419 o 412 a.C. si rivolgeva ad Antifonte, infatti, otteneva l’abbinamento della sua tribù (l’Eretteide) con la Cecropide tramite sorteggio (il verbo adoperato è ἔλαχον). Quasi un secolo più tardi, come risulta da Ath. Pol. 56, 3, l’abbinamento deve invece essere fisso se le tribù, a due a due, garantiscono un corego a turno (ἐν μ[έρ]ει); insomma, il sistema non è più formato da due gruppi di cinque tribù tra cui effettuare gli accoppiamenti, ma da cinque gruppi costituiti da due tribù, che diventano le cinque coppie fisse partecipanti all’agone. L’indicazione cronologica sull’avviamento del secondo sistema si fa ancora più precisa grazie all’epigrafia, che permette di datare il primo caso di accoppiamento fisso al 365/364 a.C. con la dedica coregica di Aisios figlio di Mnesiboulos (cf. IG II2 3065), la quale rappresenta una sorta di spartiacque tra le due diverse fasi organizzative del concorso. In quest’epigrafe le tribù Akamantis e Pandionis appaiono associate come sarà anche in altre due iscrizioni successive, una precedente alla metà del IV secolo a.C. e l’altra del 344/343, a conferma che le coppie tribali divennero fisse da questo periodo in poi (vd. Wilson 2007, 156).
[Edizione di riferimento]
H. OPPERMANN, Aristotelis Ἀθηναίων Πολιτεία, Leipzig 1928 (repr. 1968).
[Bibliografia essenziale]
P. AMANDRY, ‘Trépieds d’Athenes: I. Dionysies’, BCH 100, 1977, 15-93; E. BODENSTEINER, ‘Über coregische Weihinschriften’, in Commentationes philologicae conventui philologorum Monachii congregatorum oblatae, 1891, 38-92; C. BOTTIN, ‘Étude sur la chorégie dithyrambique en Attique jusqu’à l’époque de Démétrius de Phalère (308 avant J.-C.)’, Rev. Belg. Philol. Hist., 1930, 749-782; M.E. DELLA BONA, ‘L’allestimento dei cori negli agoni ateniesi tra V e IV secolo: l’esempio delle Targelie’, FAEM n.s. 6.2, 2024, 63-95; E. CSAPO-W.J. SLATER, The Context of Ancient Drama, Ann-Arbor-Michigan 1995; P.J. RHODES, A commentary on the Aristotelian Athenaion Politeia, Oxford 1981; P. WILSON, The Athenian Institution of the Khoregia, Cambridge 2000.
[Parole chiave]
Abbinamento, cori, nomina, tribù, turno
[Maria Elena Della Bona]