[Argomento] Le Olimpie macedoni da Archelao a Filippo II

[Fonte] Schol. Demosth. 19, 383 Dilts

[Periodo] 400–350 BC

[Testo]

Ὀλύμπια ἐποίει] ἐκ τῆς πανηγύρεως τὸ πάθος τῶν ἀκουόντων ἔτι μᾶλλον ηὔξησεν. αἱ γὰρ εὐπραγίαι τῶν πολεμίων λυποῦσι τοὺς ἡττωμένους. ὁ μὲν οὖν πανήγυριν ἤγαγεν ἐπὶ νίκῃ καὶ συμφορᾷ τῶν Ἑλλήνων, ἡ δὲ πόλις πληγεῖσα τοῖς συμβεβηκόσιν ἔστενε τὰς συμφοράς. τὰ Ὀλύμπια δὲ πρῶτος Ἀρχέλαος ἐν Δίῳ τῆς Μακεδονίας κατέδειξεν. ἤγετο δ’ ἐπ’ ἐννέα, ὥς φασιν, ἡμέρας ἰσαρίθμους ταῖς Μούσαις. συνέζευξε δὲ τὰ κατὰ τὴν Ὄλυνθον, ἵνα δοκῇ πανηγυρίζειν ἐπὶ τῇ ἁλώσει τῶν Ἑλλήνων καὶ συνεορτάζειν καὶ ὁ Αἰσχίνης, οἷον ἐγὼ μὲν ἐθρήνουν, Φίλιππος δὲ ἐτέλει μετὰ Αἰσχίνου πανήγυριν’.

[Traduzione]

(Filippo) celebrò Olympia: Con la festa accrebbe ancor di più la sofferenza degli ascoltatori. Infatti, i successi dei nemici addolorano gli sconfitti. Egli, dunque, celebrò una festa per la vittoria e per la sventura dei Greci, mentre la città, piegata dagli avvenimenti, gemeva per le disgrazie. Archelao per primo istituì le Olimpie a Dione, in Macedonia. Si dice che durassero nove giorni, pari al numero delle Muse. (Demostene) li collegò ai fatti di Olinto, in modo che sembrasse che (Filippo) festeggiava per la sconfitta dei Greci e che anche Eschine partecipava alla festa, come (nell’espressione): “Io piangevo, mentre Filippo celebrava una festa insieme ad Eschine”.

[Commento]

Lo scolio in esame si riferisce al passo dell’orazione Sulla falsa ambasceria di Demostene, in cui si menzionano le Olimpie celebrate da Filippo II dopo la caduta di Olinto nel 348 a.C. Tali celebrazioni, come confermato da Diodoro Siculo (16, 55, 1-2), comprendevano sacrifici, banchetti e agoni (si veda la scheda relativa a Demosth. 19, 192-195 e il commento ad loc.; per un’analisi delle fonti antiche si rimanda a Mari 1998, 137-169; Mari 2002, 51-60; Csapo-Wilson, 590-597). Lo scolio evidenzia la componente polemica dell’oratoria di Demostene, sottolineando la sfumatura di malevolenza con cui l’oratore intendeva suscitare risentimento nei confronti di Filippo. La panegyris, organizzata dal re allo scopo di celebrare la vittoria dei Macedoni, appariva agli occhi dell’oratore come una festa sulla sventura dei Greci (ὁ μὲν οὖν πανήγυριν ἤγαγεν ἐπὶ νίκῃ καὶ συμφορᾷ τῶν Ἑλλήνων). In questo contesto, Demostene contrapponeva la propria dedizione alla causa patriottica all’atteggiamento di chi, come Eschine, era disposto ad allearsi con il nemico (συνεορτάζειν καὶ ὁ Αἰσχίνης, οἷον ‘ἐγὼ μὲν ἐθρήνουν, Φίλιππος δὲ ἐτέλει μετὰ Αἰσχίνου πανήγυριν’). Secondo lo scolio, l’istituzione originaria delle Olimpie nella città di Dione, in Macedonia, risalirebbe ad Archelao (413-399 a.C.), il quale è ricordato come φιλόμουσος da Eliano (Var. Hist. 2, 21) e noto per aver accolto poeti e artisti greci presso la propria corte (sul mecenatismo di Archelao, cfr. Chapinal-Heras 2002). È improbabile, come proposto da Badian (1982), che tale iniziativa fosse motivata dal desiderio di Archelao di istituire delle “contro-Olimpiadi” in concorrenza con quelle dell’Elide. Più verosimilmente, come ha sostenuto Mari (1996) con argomentazioni convincenti, si trattava di un’operazione politico-culturale strategica. Archelao avrebbe cercato di avviare un dialogo con la Grecia meridionale, non solo per “portare la Macedonia in Grecia”, valorizzando e diffondendo le tradizioni locali, ma anche per “portare la Grecia in Macedonia”, attirando a Dione un ampio numero di concorrenti e spettatori provenienti dal mondo greco. Al regno di Archelao risalivano, secondo Diodoro (17, 16) le gare teatrali (σκηνικοὺς ἀγῶνας) disputate presso le Olimpie, che avrebbero potuto costituire l’idoneo contesto per la presentazione di nuove opere di tragediografi come Euripide e Agatone, attivi presso la corte macedone. Tali autori avrebbero potuto portare in gara tragedie appositamente composte per l’occasione, come Archelao e Le Baccanti, ma anche riproporre opere già rappresentate altrove. Ulteriori indizi suggeriscono la presenza di competizioni comiche. La Suda (α 1982) menziona il poeta comico Anassandride come attivo durante agoni organizzati da Filippo II, e Demostene (19, 192) riferisce che, dopo la presa di Olinto, il re radunò “tutti gli artisti” per le Olimpie, menzionando tra i vincitori anche l’attore comico Satiro. La presenza di gare atletiche è attestata da fonti epigrafiche: in particolare un’iscrizione della fine del III o degli inizi del II secolo a.C. celebra la vittoria di un atleta in una gara di corsa alle Olimpie di Dione (Moretti 1953, 141-143, nr. 54). La manifestazione sembra aver incluso anche gare di natura musicale, come suggerirebbe un’epigrafe del III secolo a.C. per un vincitore pluridecorato (IG IV, 682), nonché la dedica della festa alle nove Muse (Csapo-Wilson 2020, 596).

[Bibliografia essenziale]

E. BADIAN, ‘Greeks and Macedonians’, in B. BARR-SHARRAR – E.N. BORZA (eds.), Macedonia and Greece in Late Classical and Early Hellenistic Times, Washington 1982, 33-51; E. CSAPO – P. WILSON, A social and economic history of the theatre to 300 BC. Vol. II. Theatre beyond Athens: documents with translation and commentary, Cambridge 2020; M. MARI, ‘Le Olimpie macedoni di Dion tra Archelao e l’età romana’, Riv. Fil. Istr. Cl. 126, 1998, 137-169; M. MARI, Al di là dell’Olimpo, Atene 2002; L. MORETTI, Iscrizioni agonistiche greche, 1953.

[Parole chiave]

Archelao, Demostene, Macedonia, Filippo II, Olimpie, agoni musicali

[Alessandra Manieri]