[Argomento] Agoni musicali prima della battaglia di Metone

[Fonte] Didym. in [Dem.] 12, 55-62, pp. 45-46 Pearson-Stevens = Philox. fr. 4 Fongoni

[Periodo] 400–350 BC (354 a.C. ca.)

[Testo]

Τὰ μὲν γὰρ περὶ τῶν αὐλητῶν ὁμολογεῖται καὶ παρὰ Mαρσύᾳ (FGrHist 135-136 F 17), διότι συντελοῦντι μουσικοὺς ἀγῶνας αὐτῷ μικρὸν ἐπάνω τῆς συμφορᾶς κατὰ δαίμονα συνέβη τὸν Κύκλωπα πάντας αὐλῆσαι, Ἀντιγενείδην μὲν τὸν Φιλοξένου, Xρυσόγονον δὲ τὸν Στησιχόρου, Οἰνιάδην δ(ὲ) τὸν Τιμοθέου.

[Apparato critico]

Οἰνιάδην δ(ὲ) τὸν Τιμοθέου Foucart: Τιμόθεον δ(ὲ) τὸν Οἰνιάδου Pap.

[Traduzione]

I fatti che riguardano gli auleti sono confermati anche da Marsia, e cioè che mentre Filippo celebrava degli agoni musicali poco prima della sua disgrazia, accadde che casualmente tutti gli auleti eseguissero il Ciclope, Antigenide quello di Filosseno, Crisogono quello di Stesicoro, ed Eniade quello di Timoteo.

[Commento]

L’informazione relativa a un primo concorso musicale indetto da Filippo II di Macedonia si ricava da un passo di Didimo, contenuto nel suo commento all’orazione di Demostene Πρὸς τὴν ἐπιστολὴν Φιλίππου (12, 55-62). Secondo la testimonianza, l’agone sarebbe stato organizzato dal sovrano poco tempo prima della battaglia di Metone del 354 a.C., durante la quale Filippo perse l’occhio destro (μικρὸν ἐπάνω τῆς συμφορᾶς). Nel corso della competizione, gli auleti avrebbero eseguito tre ditirambi, tutti intitolati Ciclope, ciascuno attribuito a un poeta diverso: Antigenide avrebbe suonato il Ciclope di Filosseno, Crisogono quello di Stesicoro, e Oiniade quello di Timoteo (sulla coincidenza per cui tre artisti avrebbero suonato ditirambi di autori diversi aventi però lo stesso soggetto vd. Riginos 1994, p. 110; Harding 2006, p. 236). In relazione all’ultima coppia poeta-auleta accogliamo la congettura di Foucart (1909, pp. 140-141, vd. apparato critico), che propone un’inversione dei nomi rispetto a quanto tramandato dal papiro, e legge dunque: “Oiniade eseguì il Ciclope di Timoteo”, anziché “Timoteo eseguì quello di Oiniade”. Considerato che non risulta attestato un poeta di nome Oiniade, è plausibile, infatti, che quest’ultimo sia da identificare con l’auleta tebano omonimo, figlio di Pronomo, noto per la vittoria alle Dionisie del 384 a.C. (IG II² 3064), il quale avrebbe dunque eseguito il Ciclope di Timoteo di Mileto, di cui restano alcuni frammenti. Non sono mancate perplessità circa l’attendibilità della testimonianza didimea, sollevate soprattutto in relazione alla fonte principale cui Didimo attinge per questo episodio: le Storie di Duride di Samo, massimo rappresentante della cosiddetta storiografia ‘tragica’. Lo stesso Didimo manifesta una certa cautela nei confronti del racconto durideo, sottolineandone l’inclinazione al sensazionalismo e al miracoloso. Anche nel passo relativo al concorso musicale, del resto, si può cogliere un riferimento a una sfera di tipo profetico o sovrannaturale (vd. κατὰ δαίμονα). La specifica vicenda dell’agone troverebbe tuttavia conferma, secondo Didimo, nella testimonianza dello storico macedone Marsia di Pella, contemporaneo e compagno di Alessandro Magno (FGrHist 135-136 F 17). Il modo in cui Marsia è citato (τὰ μὲν γὰρ περὶ τῶν αὐλητῶν ὁμολογεῖται καὶ παρὰ Μαρσύᾳ – “i fatti concernenti gli auleti sono confermati anche da Marsia”) lascia intendere che l’episodio fosse noto e ben documentato. Ciò, dunque, renderebbe attendibile la notizia relativa all’organizzazione di agoni musicali da parte di Filippo, e dunque all’attestazione della circolazione e del riuso della produzione ditirambica di celebri poeti e musicisti all’interno dei contesti agonali macedoni (cfr. Fongoni 2014, p. 104). La localizzazione di tali agoni non è specificata. Qualora si ammetta un intervallo di tempo più ampio tra il concorso e la ferita riportata dal re, si potrebbe ipotizzare una contestualizzazione alle Olimpie di Dion: ammettendo per l’agone nazionale macedone una periodicità quadriennale (su cui vd. Mari 1998, pp. 150-152), si potrebbe ipotizzare una datazione al 356 a.C. Tuttavia, poiché la fonte precisa che il concorso ebbe luogo poco prima della disgrazia del re (μικρὸν ἐπάνω τῆς συμφορᾶς), si può anche supporre che esso si sia svolto nel campo macedone, durante l’assedio di Metone, che si protrasse per alcuni mesi (così Giannou 2016, p. 46, che ipotizza lo svolgimento delle esibizioni su palchi di legno improvvisati allestiti dalle compagnie itineranti e cita, per una tale prassi, Plat. Leg. 817c).

[Bibliografia essenziale]

A. FONGONI, Filoxeni Cytherii. Testimonia et fragmenta, Pisa-Roma 2014; P. FOUCART, ‘Étude sur Didymos d’après un papyrus de Berlin’, in Mémoires de l’Institut national de France, tome 38, 1ᵉ partie, Paris 1909, pp. 27-218; T. GIANNOU, ‘Theatre and Music in Classical and Hellenistic Macedonia’, Logeion 6, 2016, pp. 30-92; P. HARDING (ed., trans.), Didymos: On Demosthenes, Oxford 2006; M. MARI, ‘Le Olimpie macedoni di Dion tra Archelao e l’età romana’, RFIC 126, 1998, pp. 137-169; A.S. RIGINOS, ‘The Wounding of Philip II of Macedon: Fact and Fabrication’, JHS 114, 1994, pp. 103-119.

[Parole chiave]

Agoni musicali, auleti, ditirambo, Ciclope, Filippo II

[Alessandra Manieri]