[Testo]
III 1.1. Ἀλέξανδρος δὲ ἐπ’ Αἰγύπτου, ἵναπερ τὸ πρῶτον ὡρμήθη, ἐστέλλετο, καὶ ἑβδόμῃ ἡμέρᾳ ἀπὸ τῆς Γάζης ἐλαύνων ἧκεν εἰς Πηλούσιον τῆς Αἰγύπτου. ὁ δὲ ναυτικὸς στρατὸς παρέπλει αὐτῷ ἐκ Φοινίκης ὡς ἐπ’ Αἴγυπτον· καὶ καταλαμβάνει τὰς ναῦς ἐν Πηλουσίᾳ ὁρμούσας. 2. Μαζάκης δὲ ὁ Πέρσης, ὃς ἦν σατράπης Αἰγύπτου ἐκ Δαρείου καθεστηκώς, τήν τε ἐν Ἰσσῷ μάχην ὅπως συνέβη πεπυσμένος καὶ Δαρεῖον ὅτι αἰσχρᾷ φυγῇ ἔφυγεν, καὶ Φοινίκην τε καὶ Συρίαν καὶ τῆς Ἀραβίας τὰ πολλὰ ὑπὸ Ἀλεξάνδρου ἐχόμενα, αὐτῷ τε οὐκ οὔσης δυνάμεως Περσικῆς, ἐδέχετο ταῖς τε πόλεσι φιλίως καὶ τῇ χώρᾳ Ἀλέξανδρον. 3. ὁ δὲ εἰς μὲν Πηλούσιον φυλακὴν εἰσήγαγε, τοὺς δὲ ἐπὶ τῶν νεῶν ἀναπλεῖν κατὰ τὸν ποταμὸν κελεύσας ἔστε ἐπὶ Μέμφιν πόλιν αὐτὸς ἐφ’ Ἡλιουπόλεως ᾔει, ἐν δεξιᾷ ἔχων τὸν ποταμὸν τὸν Νεῖλον, καὶ ὅσα καθ’ ὁδὸν χωρία ἐνδιδόντων τῶν ἐνοικούντων κατασχὼν διὰ τῆς ἐρήμου ἀφίκετο ἐς Ἡλιούπολιν· 4. ἐκεῖθεν δὲ διαβὰς τὸν πόρον ἧκεν ἐς Μέμφιν· καὶ θύει ἐκεῖ τοῖς τε ἄλλοις θεοῖς καὶ τῷ Ἄπιδι καὶ ἀγῶνα ἐποίησε γυμνικόν τε καὶ μουσικόν· ἧκον δὲ αὐτῷ οἱ ἀμφὶ ταῦτα τεχνῖται ἐκ τῆς Ἑλλάδος οἱ δοκιμώτατοι. ἐκ δὲ Μέμφιος κατέπλει κατὰ τὸν ποταμὸν ὡς ἐπὶ θάλασσαν τούς τε ὑπασπιστὰς ἐπὶ τῶν νεῶν λαβὼν καὶ τοὺς τοξότας καὶ τοὺς Ἀγριᾶνας καὶ τῶν ἱππέων τὴν βασιλικὴν ἴλην τὴν τῶν ἑταίρων. 5. ἐλθὼν δὲ ἐς Κάνωβον καὶ κατὰ τὴν λίμνην τὴν Μαρίαν περιπλεύσας ἀποβαίνει, ὅπου νῦν Ἀλεξάνδρεια πόλις ᾤκισται, Ἀλεξάνδρου ἐπώνυμος.
[Traduzione]
III 1.1. Alessandro mosse verso l’Egitto, dove dapprima era diretto, e nel settimo giorno dopo la partenza da Gaza giunse a Pelusio in Egitto. La flotta navigava lungo la costa dalla Fenicia all’Egitto, ed egli trovò le navi ormeggiate a Pelusio. 2. Il persiano Mazace, che era satrapo dell’Egitto nominato da Dario, quando fu informato dell’esito della battaglia di Isso, della fuga vergognosa di Dario e che la Fenicia, la Siria e la maggior parte dell’Arabia erano in potere di Alessandro, non avendo a disposizione un esercito persiano, accolse amichevolmente Alessandro nella città e nella regione. 3. Alessandro installò una guarnigione a Pelusio e, dato l’ordine agli uomini sulle navi di risalire il fiume fino a Menfi, si diresse verso Eliopoli, avendo alla destra il fiume Nilo. Impadronitosi, in seguito alla resa degli abitanti, di tutte le località situate lungo il percorso, attraverso il deserto giunse a Eliopoli. 4. Di lì, guadato il fiume, arrivò a Menfi. A Menfi sacrificò agli déi e in modo particolare ad Api, e instituì un agone ginnico e uno musicale: per questi vennero dalla Grecia i professionisti più famosi. Da Menfi, seguendo la corrente del fiume, navigò fino al mare, avendo preso sulle navi gli ipaspisti, gli arcieri, gli Agriani e della cavalleria lo squadrone reale degli eteri. 5. Giunto a Canopo, circumnavigò il lago Mareotide e sbarcò dove ora è edificata Alessandria che da Alessandro prese il nome. [trad. di F. Sisti, 203]
[Commento]
Questa è la prima delle due celebrazioni fatte da Alessandro Magno a Menfi, capitale dell’Egitto, che previdero anche agoni musicali. Dopo la battaglia di Isso (333 a.C., 1 novembre), Alessandro invece che inseguire Dario III aveva scelto di puntare a sud man mano sottomettendo i territori di Siria e Celesiria (333-332 a.C., inverno: cattura del tesoro di Damasco), della Fenicia (332 a.C., luglio: espugnazione di Tiro, dopo un assedio di sette mesi), della Palestina (332 a.C., ottobre: espugnazione di Gaza). In questo modo si era aperto la via verso l’Egitto e da Gaza arrivò a Pelusio in sette giorni (332 a.C., novembre). Da qui puntò subito alla capitale Menfi, man mano accettando la volontaria resa di tutte le località che incontrava lungo il percorso. Una volta a Menfi egli decise di compiere dei sacrifici in onore degli dei e in particolare dell’egizio Apis e assieme ai sacrifici fece svolgervi dei giochi tanto ginnici quanto musicali, per i quali si servi dei più famosi technitai (artisti e performers di professione) giunti nel frattempo dalla Grecia.
Nel riportare questa notizia Arriano ricorre – come già per gli agoni a Soli su cui Arriano, Alex. anab. II 5, 8 (ved. scheda) – ad una impostazione elencativa, conseguenza di una fonte annalistica. In base al dettato testuale nulla garantisce che la cerimonia religiosa per Apis e gli altri dei e le gare facessero parte di uno stesso evento unitario. Tuttavia la cosa è assai verosimile, tanto più che per il caso di Soli la cosa è confermata dal modo in cui la notizia è riportata da Curzio Rufo Alex. Hist. III 7, 2 (ved. scheda).
Quanto al sacrificio voluto da Alessandro, dietro di esso si individuano facilmente ragioni storico-culturali e di politica religiosa. Innanzitutto, Apis è un dio con una lunga tradizione greca sotto il nome di Epafo e i generici “altri dei” menzionati sono verosimilmente gli altri dei egizi Osiride e Ptah, cui in Egitto si rimanda tacite appena si cita anche il solo nome Apis, visto che Apis/Epafo era considerato e detto “anima di Ptah e di Osiride”; quindi Alessandro scelse una divinità sia tipica dell’Egitto sia significativa per i greci e a maggior ragione per quelli che da tempo erano in Egitto (gli Ellenomenfiti) e, nel riportare la notizia, i suoi diari annali scelsero di menzionare (e quindi evidenziare) solo il nome Apis. In secondo luogo, Apis è quella divinità verso cui i re Persiani furono autori di diversi affronti sacrileghi (Cambise nel 525/4, Artaserse III Oco nel 343/342) e quindi Alessandro sceglieva un dio che gli garantiva di essere accolto come filo-egizio, oltre che, come accadrà con la sua visita al tempio di Ammone, come un nuovo faraone di origine divina e di discendenza egizia. Ved. Linforth 1910, 84-89; Ehrenberg 1965, 408-413; Dascalakis 1987, 93-94, 98; Mastrocinque 1987, 305-308.
Quanto agli agoni, poi, rispetto a quelli a Soli questa volta Alessandro non prevede la sfilata in armi del suo esercito e nemmeno la corsa con le torce (nel secondo evento di Menfi reintroduce la sfilata in armi). Questo ‘cambio’ di spettacoli sembra legato al fatto che questa volta Alessandro non ha da festeggiare anche una vittoria militare (prima il persiano Marzace e poi l’Egitto tutto gli si sono consegnati). Diversamente che a Soli, infine, Alessandro – come detto – vide partecipare τεχνῖται arrivati dalla Grecia e per altro non artisti generici ma i più famosi. Con τεχνῖται si può intendere professionisti in genere, quindi tanto atleti quanto artisti (attori tragici e comici, citarodi, auleti, aulodi etc.). Siccome non molto dopo a Tiro (ved. scheda) Alessandro – come riporta Plutarco (Vita di Alessandro 29, 1-6, ved. scheda) – organizzò un festeggiamento dello stesso tipo, ma certo più ricco e sontuoso, si tende a suggerire che i “tecnici” presenti ora a Menfi siano proprio quelli che intervengono a Tiro. Ved. Bosworth 1980, 262-263; Sisti 20043, 463; Le Guen 2014, 252, 260-261.
Qualche dato più fondato sembra raggiungersi, invece, per la questione di come mai quando arrivò a Menfi Alessandro venne raggiunto da artisti professionisti dalla Grecia e per di più i più famosi allora a calcare le scene degli spettacoli musicali. Da una parte Alessandro deve aver pensato ad un evento solenne da celebrare in Egitto diverso tempo prima, fin da quando l’Egitto divenne la sua meta, cioè dopo la battaglia di Isso, quando rinunciò ad inseguire Dario III per puntare verso sud via Fenicia e Siria. Del resto lo stesso Arriano apre il passo qui in esame riferendo che “Alessandro mosse verso l’Egitto, dove dapprima era diretto” e diversamente non si spiegherebbe come mai gli artisti fossero già arrivati (ἧκον) al momento in cui Alessandro svolge la cerimonia per Apis/Epafo, e per di più nel pieno inverno, in una stagione sfavorevole alla navigazione. Ved. Bloedow 1998, 131-136; Le Guen 2014, 265, 268.
Dall’altra, puntando verso l’Egitto e conquistando o annettendo Cipro, Sidone, Fenicia, Siria, Alessandro aveva man mano occupato le coste del Mediterraneo orientale e reso sempre più sicuro per la navigazione dalla Grecia, come del resto conferma il fatto che qualche mese dopo in base sempre ad Arriano (Alex. Anab. III 5,2) – poco dopo questo primo evento agonistico a Menfi e a ridosso del secondo (ved. scheda) – sempre a Menfi e via mare viene raggiunto da numerose ambascerie straniere, da un contingente di 400 mercenari greci alla guida di Meneta, inviatogli da Antipatro che per Alessandro reggeva la Grecia e la Macedonia, e da 500 cavalieri sotto il comando di Asclepiodoro provenienti dalla Tracia. Ved. Bloedow 1998, 136-141.
[Bibliografia essenziale]
Edizioni e commenti: A. B. BOSWORTH, A Historical Commentary on Arrian’s History of Alexander. Vol. I: Commentary on Books I-III, Oxford 1980 (rist. 1998), 261-263; F. SISTI (cur.), Arriano, Anabasi di Alessandro. Vol. I: Libri I-III, Milano 20043 (20011), 202-205 (testo), 462-465 (commento).
Studi: I. M. LINFORTH, “Epaphos and the Egyptian Apis”, University of California Publications in Classical Philology 2.5, 1910, 81-92; V. EHRENBERG, Alexander und Ägyten, Leipzig 1926, 5-58 = V. EHRENBERG, Polis und Imperium: Beiträge zur alten Geschichte, hrsgb. von K. F. Stroheker und A. J. Graham, Zürich – Stuttgart 1965, 399-448; A. DASCALAKIS, “La déification d’Alexandre le Grand en Egypte et la réaction en Grece”, StudClas 9, 1967, 93-105; A. MASTROCINQUE, “Alessandro a Menfi”, in Zu Alexander den Große. Festchrift G. Wirth zum 60. Geburtstag am 9.12.86, hrsgb. von W. Will unter Mitarbeit von J. Heinrichs, Amsterdam 1987, 289-307; E. F. BLOEDOW, “The Significance of the Greek Athletes and Artists at Memphis in Alexander’s Strategy after the Battle of Issus”, QUCC n.s. 59.2, 1998, 129-142; B. LE GUEN, “Theatre, Religion and Politics at Alexander’s Travelling Royal Court”, in Great Theatre in the Fourth Century B.C., ed. by E. Csapo, H. Rupprecht Goette, J. R. Green, P. Wilson, Berlin – Boston 2014, 249-274.
[Parole chiave]
Alessandro Magno, agoni musicali, agoni ginnici, technitai, artisti professionisti, performers professionisti, Api, Epafo.
[Saulo Delle Donne]